L’urbanizzazione extraurbana degli ultimi vent’anni, ha lasciato alle sue spalle centinaia di aree verdi, residui di comparti edificatori o di nuove realizzazioni, abbandonate a loro stesse, che anziché impreziosire i quartieri, diventano terra di nessuno spesso esposta solo al degrado ed all’inciviltà di alcuni cittadini.
E se negli anni scorsi ci si limitava allo sfogo personale, attraverso lettere e comunicazioni alle istituzioni, locali e centrali, negli ultimi due anni la situazione è leggermente cambiata ed una volta tanto lo ha fatto in meglio.
In molti quartieri della periferia, infatti, qualche cittadino ha deciso di dire basta al degrado e di colmare il vuoto lasciato dalle istituzioni rimboccandosi le maniche, gratuitamente, a vantaggio di tutto il territorio.

I VOLONTARI DEL VERDE
Sono nate così diverse realtà, sia sottoforma di associazione, sia sotto la spinta spontanea di alcuni singoli cittadini che, periodicamente, si prendono cura delle aree verdi a destinazione pubblica, ripristinando il decoro e in molti casi anche la fruibilità, di alcuni spazi precedentemente inaccessibili.
Fra quelle più attive sul territorio della periferia ci sono sicuramente i Volontari del Decoro Urbano, che insieme ad Oasi Riserva Grande si prendono cura delle aree verdi del quartiere di Selva Candida.
Oasi Riserva Grande, in particolare, si occupa di un’area molto vasta, circa 10 ettari, che racchiude tutto il verde residuo del Piano di Zona B-16 Selva Nera, escluse quelle intorno al perimetro della Chiesa dei Santi Martiri di Selva Candida. Di queste ultime e di altre aree verdi di diverse dimensioni, si occupano invece i Volontari del Decoro Urbano, che arrivano fino all’area di Via Nosate – Grezzago.
Molto attivo, anche se più recente, è il gruppo Retake Roma Ottavia, che poche settimane fa ha iniziato ad occuparsi dell’area verde di Via Tarsia, un parco attrezzato fondamentale per la cittadinanza e spesso vittima di atti vandalici e writers.

L’INIZIATIVA DI SANDRO PIAVE
Diversa è invece la realtà rappresentata da Sandro Piave, che, in uno dei quartieri più abitati della periferia nord, Casalotti, quasi in completa solitudine, ha iniziato a prendersi cura prima dello storico fontanile di Via di Santa Seconda, poi delle rotonde realizzate a seguito del primo stralcio dei lavori di allargamento della Via Boccea.
A differenza degli altri volontari, leggermente più organizzati, gli interventi di Sandro hanno tutte le caratteristiche di un flash mob: «Appuntamento oggi alle ore “X” nella via “Y”». Il suo strumento principale sono i social, ma ha anche assicurato che la maggior parte degli incontri sono stati organizzati di fronte ad un buon caffè, in uno dei bar storici del territorio.
A volte accorrono in tanti, altre volte lo abbiamo incontrato in orari improbabili, da solo, a passare il decespugliatore.
«Credo che sia giunto il momento di tornare ad amare il nostro territorio – dice Sandro Piave – che per troppo tempo sia le istituzioni che i cittadini hanno dimenticato. Il nostro tempo a disposizione è sempre poco, ma la disponibilità dei commercianti e di tanti singoli cittadini a contribuire, chi con una pianta chi con un fiore chi con l’attrezzatura, chi con il suo tempo libero, mi ha riempito di gioia e ringrazio di cuore davvero tutti. Spero che inizino a partecipare anche i giovani, che sono il nostro futuro ed il futuro di questa periferia».

IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI
Dal nostro punto di vista ci auguriamo che anche le istituzioni tornino a fare la loro parte, che può essere attiva, con il potenziamento dell’Ufficio Giardini ed una cura seria e costante, o passiva, con l’affidamento a diverse realtà territoriali.
Nel caso l’opzione scelta fosse quella della passività, sarebbe opportuno che il Comune di Roma procedesse con la riforma della delibera 207/2014, a nostro avviso inefficace ed inattuabile e procedesse inoltre alla stesura di una delibera in grado di affidare anche aree più grandi di un fazzoletto, di cui il territorio, fortunatamente, è ancora pieno.